Al San Giovanni Bosco di Torino primo intervento di Resezione Tracheale

Come risolvere casi considerati “impossibili” mediante un approccio multidisciplinare

È stato l’eccezionale risultato di un gran gioco di squadra!Lo afferma il Prof. Giovanni SUCCO, Direttore del Reparto di Otorinolaringoiatria del San Giovanni Bosco di Torino, all’atto della dimissione di una paziente di 50 anni, da Lui sottoposta in data 10 gennaio ad un complesso intervento di resezione di 6 anelli tracheali, a causa di una stenosi serrata della trachea cervicale e toracica, esito di pregresse patologie, fra cui l’infezione da COVID-19.

L’unica soluzione per questa paziente era di ricorrere ad un complesso intervento chirurgico di resezione del tratto stenotico, con conseguente accorciamento della trachea, reso possibile dall’elasticità della stessa.
La particolarità e l’eccezionalità di questo intervento, continua il Prof. SUCCO, è data dalla somma delle difficoltà tecniche legate sia al ragguardevole segmento di trachea da rimuovere, con anastomosi eseguita molto in basso dietro lo sterno, che alla notevole serie di comorbilità che rendevano proibitiva l’esecuzione dell’intervento adottando una strategia convenzionale”.

Per la gestione in sicurezza di questo caso abbiamo deciso di ricorrere alla cosiddetta ECMO veno-venosa, una tecnica di ossigenazione e circolazione extracorporea che, sostituendo di fatto la funzione respiratoria, ha permesso di eseguire l’intero intervento senza ricorrere all’intubazione oro-tracheale e quindi senza ventilare la paziente, nonché di gestire le prime 36 ore post-operatorie vicariando completamente l’attività dei polmoniprecisa il Dr. Sergio LIVIGNI, Direttore del Reparto di Anestesia e Rianimazione dello stesso Ospedale, tale tecnica viene anche utilizzata, dimostrandosi di grande  aiuto, nei casi più gravi di insufficienza respiratoria e/o cardiaca, fra cui quella determinata dal COVID-19”.

Commentando la notizia, Il Direttore Generale dell’ASL Città di Torino, Dr. Carlo PICCO, sottolinea:” il positivo successo di tali eccezionali interventi testimonia la bontà delle scelte operate in questi anni nel reclutamento di professionalità di alto profilo che, aggiungendosi a quante già operanti presso il San Giovanni Bosco e l’ASL Città di Torino, rafforzano la vocazione di questo Ospedale quale centro di riferimento per la patologia complessa, sia di elezione che d’urgenza”.

 

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